Vito Riviello, Assurdo e Familiare, Empiria, Roma, 1986
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giovedì 15 novembre 2012
Sequela di sospetti
Vito Riviello, Assurdo e Familiare, Empiria, Roma, 1986
Riviello feat Walter Pedullà
Vito Riviello, Assurdo e Familiare, Empiria, Roma, 1986
giovedì 12 luglio 2012
mercoledì 4 luglio 2012
venerdì 6 aprile 2012
Gli inquilini
Gli inquilini superbi
dai nasi inquilini,
termini dei tramezzi
navigatori di travi,
ogni giorno nel bel mezzo
ascoltano i vicini tramare
i tarli dei calzari
i fruscii dei vestiari.
Gli inquilini scendono le scale
con piglio condominiale
annusano gli odori
le vite familiari
i bisbigli che fanno figli
l’intonaco che fa il monaco.
Per avvicinarsi al Vicino
sostano sugli zerbini.
Miraggi
Siamo in pieno deserto
fra poco sarà scoperto
dopo secoli d’attesa
il resto del palinsesto
che completa il testo
del poeta greco d’amore
più dolce dell’universo.
Nessuno più ci pensava
anche se scarno il frammento
bastava a se stesso
nella grazia del cuore
profondamente immerso.
Uno studioso è pronto
a tradurre all’impronta
le impronte dei celebri versi
che distillano miele.
Viene fuori un lungo poema
erotico con esplosione di sesso
un getto di petrolio in versi
insospettato dopo tanta estasi
un uragano d’amplessi
secondo la cifra stilistica
del poeta alla melassa.
I versi dell’orgasmo
saran teletrasmessi.
Personal
Anche l’Italia è computer.
Torna la nostalgia del mare
il latte della razza bovina
sociologica bruno-alpina,
la neve del postiglione
e l’eco del suo corno
dalla Cornovaglia.
Torna il tango nella festa
la finta sciatalgia.
E quel Mazzin di fiori
sulle vesti di Maria.
Tornano amari, cedrate
di zie che sognavano l’harem
torna ferito Garibaldi,
torna il tuono torna il vento
torna il monaco nel convento.
La questione meridionale
Nella mia terra adombrata
d’ombre d’uomini hombres,
si sposavano gli alberi
le bianche cerre coi cerri
dalle chiome dominanti,
le acacie provocanti in tulle bianco
e i telemoni acaci,
forti ed elastici,
fecondi idilli senza potature,
cedre con cedri
dalle radici cedrate.
Amore boschivo sorgivo
che stupiva gli uomini
anch’essi scossi dal vento
anzi percossi.
Le quercie erano nonne
e i nonni querci, immobili,
grandi creatori d’ombre
per digiunar sull’erba.
Questi alberi hanno camminato
molti hanno fatto gli alberi
nelle lontane Americhe,
altri sono stati abbattuti
disboscati da celebri
coiffeurs pour arbres.
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