|_°_|

venerdì 6 aprile 2012

La tempesta di Giorgione

Gli inquilini


Gli inquilini superbi
dai nasi inquilini,
termini dei tramezzi
navigatori di travi,
ogni giorno nel bel mezzo
ascoltano i vicini tramare
i tarli dei calzari
i fruscii dei vestiari.
Gli inquilini scendono le scale
con piglio condominiale
annusano gli odori
le vite familiari
i bisbigli che fanno figli
l’intonaco che fa il monaco.
Per avvicinarsi al Vicino
sostano sugli zerbini.

Miraggi


Siamo in pieno deserto
fra poco sarà scoperto
dopo secoli d’attesa
il resto del palinsesto
che completa il testo
del poeta greco d’amore
più dolce dell’universo.
Nessuno più ci pensava
anche se scarno il frammento
bastava a se stesso
nella grazia del cuore
profondamente immerso.
Uno studioso è pronto
a tradurre all’impronta
le impronte dei celebri versi
che distillano miele.
Viene fuori un lungo poema
erotico con esplosione di sesso
un getto di petrolio in versi
insospettato dopo tanta estasi
un uragano d’amplessi
secondo la cifra stilistica
del poeta alla melassa.
I versi dell’orgasmo
saran teletrasmessi.

Indirizzario

http://www.retididedalus.it/Archivi/2009/luglio/LUOGO_COMUNE/riviello.htm

Personal



   Anche l’Italia è computer.
   Torna la nostalgia del mare
   il latte della razza bovina
   sociologica bruno-alpina,
   la neve del postiglione
   e l’eco del suo corno
                     dalla Cornovaglia.
   Torna il tango nella festa
   la finta sciatalgia.
   E quel Mazzin di fiori
   sulle vesti di Maria.
   Tornano amari, cedrate
   di zie che sognavano l’harem
   torna ferito Garibaldi,
   torna il tuono torna il vento
   torna il monaco nel convento.

La questione meridionale



   Nella mia terra adombrata
   d’ombre d’uomini hombres,
   si sposavano gli alberi
   le bianche cerre coi cerri
   dalle chiome dominanti,
   le acacie provocanti in tulle bianco
   e i telemoni acaci,
   forti ed elastici,
   fecondi idilli senza potature,
   cedre con cedri
   dalle radici cedrate.
   Amore boschivo sorgivo
   che stupiva gli uomini
   anch’essi scossi dal vento
   anzi percossi.
   Le quercie erano nonne
   e i nonni querci, immobili,
   grandi creatori d’ombre
   per digiunar sull’erba.
   Questi alberi hanno camminato
   molti hanno fatto gli alberi
   nelle lontane Americhe,
   altri sono stati abbattuti
   disboscati da celebri
   coiffeurs pour arbres.